Mostra e workshop di Simonetta Ellena

Doppio appuntamento all’Idearte Gallery  di via Terranuova 41 a Ferrara  con inizio  venerdì 4 aprile alle 18:00 , aperto a tutti, il vernissage della mostra personale di Simonetta Ellena intitolata “Il Vaso di Fiori”  In parete opere pittoriche e collage di vari materiali ispirate a vasi di fiori come simboli di immaginarie città ed espressione di antichi sentimenti.

A seguire, da sabato 5 aprile,  un workshop di pittura tenuto dalla stessa Simonetta Ellena intitolato “Amorevolearte” un viaggio nel colore, la pittura come veicolo di autocoscienza e riequilibrio per cui colore fornisce uno strumento di conoscenza di sé, riequilibrio e comunicazione non verbale. Obiettivo sostanziale è riconnettere la parte logico-razionale a quella emozionale-intuitiva, promuovendo una sana ed efficace integrazione delle funzioni principali dei due emisferi cerebrali attraverso l’azione artistica. Per raggiungere tale scopo si avvale della metodologia denominata “Amorevolearte” che, attivando le capacità creative attraverso l’uso consapevole del colore, permette ed integra altre forme di arte visiva inducendo al contempo un atteggiamento di silenzio interiore ed ascolto dei propri contenuti profondi, utilizza il linguaggio del simbolo, della metafora, delle analogie. Il lavoro in “Amorevolearte” attiva l’esperienza del testimone come avviene nelle pratiche meditative

Simonetta Ellena, torinese di nascita ed attualmente residente a Villanova Mondovì, ha un’importante preparazione artistica dovuta al fatto sia di aver frequentato il Liceo Artistico, sia di aver insegnato arte per diversi anni negli Istituti Secondari di Primo Grado, sia di aver scandagliato sempre più in profondità tutte le sfaccettature dell’arte stessa.«L’arte è sempre stata per me una grande passione», afferma Simonetta Ellena. «Mentre frequentavo il Liceo Artistico spinta da quella esigenza di ricerca di senso della vita, tipica certamente dell’adolescenza ma non solo, iniziai a leggere e studiare il lavoro di C.G. Jung e l’affascinante discorso dell’utilizzo dell’arte per comprendere se stessi. Quando poi dovetti decidere l’argomento della tesi per l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole, la scelta fu proprio sul valore terapeutico dell’arte. Negli anni Settanta non vi era una grande letteratura in italiano sull’argomento se non qualche testo di psichiatria infantile e poco altro. La preparazione della tesi si dimostrò quindi molto importante per me poiché potevo ordinare in modo organico tutto ciò che avevo letto in Jung, tutto ciò che tale lettura aveva suscitato in me».

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